Come pubblicare un libro?
Questo post punta a rispondere a questa domanda con un riassunto molto coinciso, finalizzato a una conoscenza generale e d’insieme di tutti i metodi per arrivare a pubblicare un libro.
Rivolgersi alle case editrici.
Il modo più conosciuto e intuitivo è sicuramente quello di rivolgersi direttamente alla case editrici. Per fortuna, da quando ormai internet è diventato parte integrante della nostra vita, mandare un manoscritto è semplice e per nulla dispendioso.
Basta andare sul sito ufficiale della casa editrice e trovare la sezione “Invio manoscritti” o “Contatti”, in quella pagina vengono esplicitate tutte le informazioni necessarie all’autore per mandare (o non mandare, perché alcune case editrici semplicemente non accettano invii spontanei) la propria opera.
Il consiglio è ovviamente quello di seguire le indicazioni presenti nel sito alla lettera e di dimostrarti conoscitore della linea editoriale della casa editrice con cui vorresti pubblicare: non inviare un fantasy alla Neri Pozza o un chick-lit alla Minimum fax.
Se la casa editrice è interessata si farà sentire, se invece non ricevi nessuna risposta entro sei/nove mesi, puoi considerare il manoscritto scartato.
Agenzie letterarie e concorsi letterari: un modo alternativo di arrivare alla pubblicazione.
Un altro metodo è quello di aprire un canale di comunicazione privilegiato con le case editrici in uno di questi due modi: o attraverso le agenzie letterarie o attraverso i concorsi letterari.
Le agenzie sono moltissime in Italia e funzionano perché fanno da filtro per le case editrici; le quali sanno che, se l’agente propone loro un manoscritto, quel manoscritto sarà perlomeno un buon romanzo, a differenza dei manoscritti inviati spontaneamente che abbondano di opere malriuscite. D’altra parte, anche per lo scrittore l’agente è utilissimo perché ha i contatti con le case editrici e in più si occuperà di tutte le questioni contrattuali.
Cosa ci guadagna l’agenzia letteraria? Una percentuale sui profitti dell’autore (di solito tra il 10 e il 30%).
I concorsi, se sono seri e riconosciuti, sono un altro buon modo per arrivare alla pubblicazione. I più importanti (penso al Premio Calvino, il premio Neri Pozza, il premio DeA Planeta…) hanno come premio per il vincitore proprio la pubblicazione con una casa editrice medio-grande.
Ma anche i finalisti e i segnalati, che non vincono direttamente la pubblicazione, godono comunque dell’opportunità di essere notati dalle altre case editrici e di poter essere presi maggiormente in considerazione.
Autopubblicazione (detto anche self-publishing)
Il terzo metodo per pubblicare è l’autopubblicazione, anche detta self-publishing: l’autopubblicazione consiste, come del resto dice il nome stesso, nel pubblicare il proprio romanzo senza rivolgersi alle case editrici, mettendo in vendita il libro direttamente sulle piattaforme che offrono questo servizio (per esempio StreetLib e Amazon). I pro dell’autopubblicazione? Come già detto, non c’è un filtro d’entrata. Chiunque può mettere a disposizione il proprio libro senza dover attendere i tempi e i modi dell’editoria. Decidi tu quando pubblicare, quale sarà la copertina, come sarà l’impaginazione, come comunicare la tua opera. Il secondo vantaggio è di natura economica: un autore autopubblicato riceve il 60-70% di royalities sul prezzo di copertina contro un 6-10% di royalties ottenuto su un libro pubblicato dalle case editrici.
A cosa bisogna però fare attenzione quando si decide di autopubblicarsi? Inizia col chiederti chi avrà sulle spalle tutti i passaggi della filiera editoriale che normalmente ricadono sull’editore.
Un testo subisce un editing, (di solito più di) una correzione di bozze, deve essere impaginato da un redattore, si paga un grafico per creare la copertina, c’è poi un ufficio stampa che si occupa di promuovere il libro. A chi tocca occuparsi di tutto quando la casa editrice non c’è? Credo tu abbia già capito: all’autore. Molti si chiederanno se non possono fare più alla spicciola, magari chiedendo di correggere il romanzo al loro vecchio professore di italiano, arrangiandosi a creare la copertina con un programma gratuito scaricato da internet e spammando l’uscita sulla pagina Facebook (a proposito: uso il profilo personale o creo una pagina per il libro?). La risposta è che ovviamente puoi fare tutto quello che vuoi: nessuno ti obbliga a pagare un editor o un grafico o a frequentare un corso di marketing online, ma quello che è certo è che un lavoro curato poco, di solito vale poco e rende poco.
Pagare un professionista è un investimento che darà sia una veste professionale al tuo romanzo (se la copertina è homemade o commissionata a un grafico si vede anche nella minuscolo anteprima di Amazon) sia un ritorno in termini di vendite (un romanzo senza refusi, che non dà problemi di impaginazione a seconda del formato e che non presenta dialoghi piatti, capitoli inutilmente lunghi e personaggi stereotipati è più piacevole da leggere e più facile da consigliare; una strategia di marketing porta a casa più risultati di una condivisione compulsiva della copertina sui social).
Tutto alla fine dipende da quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine: vuoi vedere solo il tuo romanzo finalmente stampato per regalarlo ad amici e parenti o vuoi crearti una base di lettori, anche sconosciuti, che ti apprezzi e ti segua nel tuo percorso da scrittore?