F.A.Q. sui servizi

1. Cos’è e come si calcola una cartella editoriale?

La cartella è l’unità di misura utilizzata in editoria e corrisponde a 1.800 caratteri, spazi inclusi.

Per calcolare di quante cartelle è composto il tuo manoscritto, controlla il “Conteggio caratteri” nel tuo strumento di videoscrittura (su Word si trova sotto la voce “Strumenti”; su Pages cliccare su “Visualizza”, dal menù a tendina cliccare su”Mostra conteggio parole” e da lì apri il menù a tendina per vedere anche il conteggio dei caratteri) e dividi quel numero per 1.800. Il risultato è il numero di cartelle che compone il tuo testo. Dopodiché moltiplichi il numero di cartelle per il costo del servizio.

Esempio:

Il servizio costa 2,00 euro a cartella. Il tuo testo è lungo 250.000 caratteri.

250.000 (caratteri del tuo testo) / 1.800 = 138,88 è il numero di cartelle editoriali del tuo testo.

138,88 x 2 (euro) = 277,76 euro è il costo del servizio per il tuo testo.

Se avessi problemi a calcolare da solo il prezzo del tuo manoscritto, mandami pure un’e-mail e sarò io a calcolarlo per te, senza obbligo di accettare il preventivo.


2. Mi è uscito come prezzo un numero con i centesimi, me li fai pagare?

No, sono genovese, ma non fino a questo punto.


3. Come posso pagare i servizi?

Tramite bonifico bancario. Chiedo di pagare sempre in anticipo e, in caso ci fossimo accordati per un pagamento a rate, ti chiedo di saldare il conto prima della fine del lavoro.


4. Se perdessi la voglia di revisionare il testo, me lo riscrivi tu?

Ci tengo a sottolineare che l’editing – soprattutto in riferimento alla parte narrativo-strutturale – è un lavoro impegnativo, che può richiedere in alcuni casi una modifica approfondita del testo. Consiglio all’autore di iniziare un servizio di editing solo se è pronto a lavorare sul suo testo, anche con una possibile proposta di riscrittura o di aggiunta di certe scene. Fermo restando che, come dico sempre, sarà l’autore a decidere se accettare o meno le proposte di modifica (e, volendo, potrà non accettare alcun cambiamento strutturale se non lo ritiene adatto alla sua sensibilità autoriale); è bene comunque avere presente che – se lo scrittore dovesse ritenere, invece, che le debolezze indicate e le modifiche suggerite da me siano sensate – potrebbe dover rimettere mano alla storia o ad alcuni capitoli. In questo caso, la modifica del testo sarà prerogativa dello scrittore (in quanto, appunto, autore del testo con il proprio stile), dietro costanti e precisi suggerimenti miei. L’editor non è un ghostwriter: se è suo dovere dare consigli motivati, chiari e circostanziati, suggerire soluzioni, portare esempi e correggere con attenzione la revisione; la scrittura, anche nella sua declinazione di riscrittura, rimane una competenza dello scrittore.


5. I prezzi dei servizi indicati sul sito sono netti o lordi?

Il prezzo indicato sul sito è lordo, comprensivo quindi del servizio + il 4% di rivalsa INPS. Perciò quello che trovi scritto è quello che pagherai. Al momento della fattura aggiungerò 2,00 euro per la marca da bollo obbligatoria per legge.

Quindi, per fare un esempio, se tu comprassi un giro di editing plus per un romanzo di 100 cartelle pagheresti un totale di 202,00 euro (200,00 euro per l’editing plus + 2,00 euro per la marca da bollo).

Quando leggi i prezzi sui siti di agenzie o editor freelance fai sempre caso se il prezzo indicato comprende o meno il 4% di rivalsa INPS (o il 22% di IVA o altri tipi di imposte che diventano a tuo carico), se non trovi risposta sul sito, chiedi informazioni tramite e-mail per evitare brutte sorprese al momento del pagamento.


6. Se lavoro con te poi mi pubblicherai o pubblicherò di sicuro?

No, non funziona così e ti consiglio di scaricare e leggere la mia “Guida alla pubblicazione nell’editoria tradizionale” (è gratuita, la trovi qui) o di informarti su Internet riguardo le figure editoriali e la pubblicazione perché il rischio è di finire in mano a qualche truffatore e spendere male i tuoi soldi.

Per rispondere alla domanda: partiamo dalla certezza che a pubblicare sono soltanto le case editrici. Io non sono e non ho case editrici quindi non posso pubblicare autori. Se lavorerai con me alla fine avrai “solo” un manoscritto migliorato. Un manoscritto migliorato può aumentare le tue possibilità di pubblicare e di essere apprezzato da agenti, editori e soprattutto lettori, ma è uno dei fattori che può portare alla pubblicazione, gli altri (l’effettiva qualità e originalità del romanzo in senso assoluto, la linea editoriale della casa editrice a cui chiedi di essere pubblicato, i gusti dell’agente o del lettore o dell’editore, la possibilità che l’editore a cui ti rivolgi abbia pubblicato o stia per pubblicare un romanzo molto simile per genere, trama, forma al tuo, le mode del mercato editoriale nell’anno in corso, eccetera) non dipendono da me e non li posso controllare.


7. Ma non andrai dalle case editrici a proporre il mio romanzo?

No perché non è il mio lavoro. L’agente letterario è la figura editoriale che si occupa di rappresentare l’autore davanti alle case editrici e di tentare di convincerle a pubblicarlo. Il mio lavoro è limitato al testo, ti aiuterò a revisionare il testo perché sia al meglio delle sue possibilità. Non posso fare altro.


8. Vorrei chiederti di lavorare all’editing di racconti o raccolte di racconti.

Sono disponibile a lavorare sia su romanzi che su raccolte di racconti con le stesse modalità: al momento, dunque, attraverso il servizio di consulenza, scheda di valutazione, editing a singolo giro o editing plus. Non faccio schede di valutazione per singoli racconti brevi.


9. Snaturerai la mia opera?

Assolutamente no, i miei sono sempre e solo consigli e suggerimenti. Sarai tu come autore ad avere l’ultima parola su ogni modifica e se non vorrai apportare dei cambiamenti che ti consiglio, non lo farai. Detto questo: il lavoro di editing non è una guerra tra editor e autore, anzi, tutto il contrario, l’editor lavora per tirare fuori il meglio dalla storia e dalla scrittura dell’autore con il massimo rispetto per la sua voce autoriale.


10. Cosa differenzia il lavoro professionale di un editor dall’attività di lettura e recensione di un lettore qualsiasi?

Un lettore si chiede: “mi piace o non mi piace?”, un editor si chiede: “funziona o non funziona?” ed è una domanda che si ripete in continuazione.

L’incipit funziona o non funziona? La presentazione del personaggio funziona o non funziona? I dialoghi funzionano o non funzionano? Questa scelta narrativa funziona o non funziona? Il ritmo funziona o non funziona?

Per rispondere a ogni funziona/non funziona c’è un intero gruppo di sotto-domande da tenere in conto.

Incipit: leggendo l’incipit riesco subito a inquadrare genere, stile e voce del romanzo (ed è uniforme al resto del romanzo)? Contiene al suo interno una promessa di avventura? È abbastanza intenso da attrarre il lettore? È abbastanza ritmato da spingere il lettore a continuare a leggere ed è abbastanza articolato da dare il tempo di entrare nell’atmosfera del romanzo? Quanti personaggi vengono presentati nell’incipit? Quali temi posso dedurre verranno affrontati nel resto del romanzo, solo basandomi sull’incipit? Dove trovo le prime informazioni e quali sono? Quali informazioni mi vengono taciute? È un’omissione consapevole dell’autore o no?

La presentazione del personaggio: a che riga entra in scena il primo personaggio? È il protagonista, il narratore, le due figure coincidono? La descrizione del personaggio è efficace oppure mi vengono dati dettagli inutili o fuorvianti? La descrizione si basa sul suo aspetto fisico, sul suo carattere, sul modo di parlare, sul modo di vestire, sull’atteggiamento o su cos’altro? Parla? Cosa posso comprendere dal modo in cui parla e dalle parole che sceglie? Cosa desume il lettore al primo incontro con il personaggio (e cambierà idea nel corso del romanzo)? Quanto tempo impiega (considerando l’intreccio e considerando la fabula) a relazionarsi con un altro personaggio?

Eccetera.

Insomma per ogni aspetto del romanzo l’editor si fa molte domande e se la risposta è che funziona, il testo va sempre bene, non importa che poi soggettivamente piaccia. La valutazione sull’efficacia o meno degli elementi del testo deriva da letture pregresse, corsi che ha frequentato, nozioni che ha appreso, contenuti che ha studiato e continua a studiare e, ovviamente, esperienza.


11. Posso scriverti un’e-mail per farti una domanda a cui non ho trovato risposta in questa pagina?

Sì, sarò felice di risponderti.


12. Posso scriverti un’e-mail per farti una domanda che non c’entra niente con questa pagina e con i contenuti del tuo sito?

Sì, sarò felice di risponderti.


13. Posso scriverti un’e-mail per farti una domanda anche se non sono ancora sicuro o non ho alcuna intenzione di pagarti per un servizio?

Sì, sarò felice di risponderti.